L’albero di Natale di quando ero piccola
Quando mi è venuta voglia di fare le decorazioni di Natale quest’anno, ho pensato all’albero di Natale di quando ero piccola.
Avevamo un albero di Natale grande, alto, che durante l’anno stava giù in cantina, assieme alle scatole dei decori, e del Presepe.

Probabilmente nel ricordare, e fare questo primo disegnino, mi è venuto a trovare il fantasma del Natale passato: è uscito a sorpresa dal foglio … e silenziosamente mi sta guidando tra ricordi che non spolveravo da un po’.
Tra le scatole delle “cose di Natale “all’odore di cantina, c’era quella delle palle di vetro.
C’erano le palline rosse, classiche, di plastica, e poi quelle speciali: vecchie palline di vetro, alcune appartenenti alla mia mamma da piccola.
Quanti Natali avevano passato!
Quanti Natali avevano passato!

Per me, da sempre un po’ Animista-Panteista, erano infusi sicuramente di uno Spirito Natalizio potentissimo!
E quindi avevano un alone così magico che mi emozionava toccarle: le scartocciavo dalla carta di giornale in cui erano riposte da un anno all’altro con reverenza.
Quella più speciale era fatta a uccellino: una piccola pinza come zampine, una molla, il corpo dell’uccellino di vetro delicatissimo, qualche piuma vera, colorata, come coda, e il collo con la testa e il lungo becco.
Se toccavo il ramo, dondolava sulla molla.
Era un momento così speciale ritirarle fuori…

Ora nella mia casa attuale ho pochi decori: molte lucine e candele, gli alberini in legno fatti dal mio babbo, qualche ramo di abete vero, e pochi decori che presi oltre 20 anni fa, giovane e squattrinata, ai primi anni di apertura dei negozi “99 cent”.
Allora avevano rimanenze di negozio a 99 centesimi (non robetta di bassissima qualità plasticosa, a 1 euro). E trovai cose economicissime, a una qualità ora impensabile.
Anche i miei decori, sebbene non così intrisi di Spirito Natalizio come le palle di vetro della mamma, hanno assorbito più di 20 anni di Natali … e si sono ben caricati: una volta appesi sento la loro “Anima” cambiare l’atmosfera.
Questo mi ha fatto pensare, forse con l’animo vecchierello della Mery, e mi muove tante considerazioni su tutto: il Natale, ciò che lo rende tale, il troppo che ci propinano ovunque, il saper ascoltare le cose “sottili “…
Forse temo di più il fantasma dei Natali futuri, se dovesse arrivare, ma per ora mi faccio condurre ancora un po’ da quello del Natale Passato per qualche altro disegnino.
Arrivava il momento di appendere le palline sull’albero. Per me era uno studio, una progettazione… una missione.
Forse perché avevo già un certo gusto artistico, tutto doveva essere armonico e in equilibrio: spazi e pieni equilibrati, colori e dimensioni ben distribuite (…sì, ero così anche da piccola
).
Pure la parte dietro dell’albero, che è di solito come la parte oscura della luna, buia e vuota, per me doveva essere completa e armonica. Metti che guardi l’albero da un’angolazione insolita, sai che brutto vedere vuoto e desolazione tra i rami?!?
Una volta appeso tutto, facevo i dovuti spostamenti… anche nei giorni successivi, se passando per il corridoio e guardando l’albero notavo una disarmonia, spostavo una pallina di mezzo rametto, un ramo di lucine di un piano, una palla grossa più in profondità nella chioma.
(Se lo state pensando, sì, ero, e sono, un po’ perfezionista , anche se mi sono ammorbidita
)
E poi l’ardua scelta di posizionare le palline di vetro, e l’uccellino …loro … le star!
(C’era anche il lampione con la neve, la pigna, e qualche palla trasparente e decorata ).
Assolutamente in vista, ma non in posizioni dove mio babbo, sempre distratto, ci avrebbe preso contro “in curva”.
Infatti posizionavo un campanello nei rami speciali così se qualcuno ci prendeva contro suonavano.
Ora non ho spazio per quel grande albero.
Mi manca molto.
Chissà… probabilmente ora sarei meno “pugnetta” nel farlo (come di dice qui
)





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