L’emozione di dare un volto a Berthe Morisot
Con grande gioia annuncio l’uscita, il 25 ottobre, del libro “Berthe Morisot, pittrice a tutti i costi”, scritto da Cristina Bulgheri, ed edito da Paesi edizioni, in collaborazione con l’agenzia C.atWork.
Non avendo fatto scuole d’arte, ma liceo scientifico e università di agraria, confesso che non so molto sulla storia dell’arte… e nonostante il periodo impressionista sia il più famoso e affascinante, non lo conoscevo, se non sommariamente.
Ho frequentato “da grande” corsi in varie scuole di illustrazione, ma avendo iniziato tardi a dedicarmi a questo mondo, ho preferito indagare tutta la parte “pratica”, piuttosto che la storia degli artisti passati (ma non è detto che prima o poi recuperi questa mancanza!).
Quindi non conoscevo lei, Berthe Morisot, la signora dell’impressionismo.
Nel periodo di stesura dello story-board del libro ha approntato uno studio accelerato del periodo, dei suoi protagonisti, dei vestiti, e di lei , ovviamente . E me ne sono innamorata.
Io ho una adorazione per Beatrix Potter, non solo per le sue illustrazioni (in tanti mi dicono che la ricordo nel mio mondo di animaletti e natura) ma per la Donna che è stata, per come si è mossa in quei tempi in cui per le donne emergere era difficile, per il mondo che ha creato, e per quello che ha realizzato poi, con i soldi guadagnati con i diritti delle sue illustrazioni (se non conoscete la sua storia, guardate il film sulla sua vita, delizioso!).
Ecco, ora metto Berthe assieme a lei! Come esempi da seguire, come ispirazioni!
Perché anche Berthe è riuscita a emergere, ad andare avanti, a credere in se stessa, in un modo tutto maschile in cui la scuola d’arte le era preclusa.
E’ indubbiamente stata “aiutata”, come Beatrix, dall’essere nata in una famiglia benestante, e questo ha fatto una grande differenza in possibilità di istruzione, di emergere ed essere più libera.
Un ruolo importante nella sua realizzazione lo ha avuto sua madre, che le ha insegnato che “più si vuole e meglio si vuole”, che non ci si deve arrendere quando ci sono ostacoli, ma mettere ancora più impegno, ma senza la sua forza e la sua intraprendenza, non sarebbe diventata la Signora dell’impressionismo.
Illustrando la sua storia, mi sono molto interrogata sulla mia “vita artistica”, sentendomi molto coinvolta.
Ad esempio mi chiedo sempre come sarebbe stata la mia vita se avessi fatto scuole d’arte, da bambina e da ragazza, sostenuta dalla mia famiglia, come è stato per lei…e dove sarei ora se avessi iniziato presto a seguire la mia passione.
Certo, sono domande inutili, perchè ormai è andata come è andata, ma può essere interessante viverle come spunto per indagarsi… come penso debba appunto fare l’arte.
La mia famiglia, in quei tempi, pensando fosse un bene per me puntare a un lavoro sicuro, mi ha sempre detto che di arte non si vive, che l’avrei dovuto coltivare come un hobby (…e non è che avessero tutti i torti eh!? ) e non mi hanno mai fatto fare scuole d’arte. Io ero un po’ troppo sensibile e fragile a quei tempi, e non sono riuscita a impormi, in anni che per me furono emotivamente difficili.
E’ dovuta arrivare infatti una malattia rara, a 30 anni, per farmi trovare la forza (anche della disperazione) di cambiare vita, e provare a credere nella mia passione di bambina. E da lì anche la mia famiglia mi ha poi sempre sostenuta e aiutata. Ma avevo appunto già 30 anni.
E se avessi iniziato prima? se avessi avuto una famiglia come quella di Berthe? …ma soprattutto se fossi stata più forte, più determinata, più sicura e intraprendente? queste domande non avranno mai risposte.
Lavorare a questo libro ha mosso in me tante domande personali, tante considerazioni, tante emozioni… in un’estate già foriera di crisi personali e bisogno di cambiamenti.
Per questo penso che la storia di Berthe vada conosciuta, e così come è stata da stimolo per me, può esserlo per il lettore, soprattutto se giovane, e con la possibilità di volere di più, e meglio!
E’ stato molto appagante anche dal punto di visto estetico lavorare a Berthe: la palette colori, i vestiti di quel tempo, i tanti fiori e la natura presenti nei suoi quadri…ma soprattutto le “sue” donne, così femminili, così intime, così delicate ma con carattere…. mi hanno regalato un piacere fisico nel guardare le referencese, ma anche nello stendere i “miei” colori, e creare le scenografie.
A proposito, in molte illustrazioni che ho realizzato, dato che mi era stato chiesto di fare delle “citazioni”, ho integrato i quadri della stessa Berthe in parte dell’illustrazione … lo racconterò in un nuovo articolo.
Man mano che realizzavo le tavole, le appendevo intorno a me per valutare come sarebbero venute una volta stampate: vedere crescere sul muro dello studio la sua storia, pennellata dopo pennellata, tratto dopo tratto, è stato un’avventura interiore, oltre che nella sua vita, scritta in modo avvincente dalla bravissima Cristina Bulgheri (giornalista e insegnante), che ha saputo raccontare in modo avvincente la sua storia. Colgo l’occasione per ringraziarla tanto per avermi scelta fortemente per dare vita alla sua Berthe, che è diventata anche un po’ mia.
Finire di lavorare a questo libro mi ha lasciato un po’ un vuoto…
Ma ora ho in me la sua determinazione, e la coccolerò come un super potere: grazie del tuo esempio meravigliosa Berthe!
Un grazie anche a Catia Buselli, di Paesi Edizioni per aver creduto fortemente in questo racconto, di cui c’era bisogno, e a C.atWork per la gestione ottima e professionale di tutti i rapporti e le relazioni.
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