Acquerellando il pino dell’Eremo
Finalmente un prato, un albero, i grilli, le coccinelle, i piedi nudi, e qualche pennellata per annullare i troppi pensieri, e tornare a dipingere da viva <3
Avevo bisogno di una dose del mio Prozac, o Xanax… il calicino serale (che a volte è diventato pure una coccola del pranzo :roll: …) non bastava più… così ho lasciato da parte i Mostri, e ho messo al volo nello zaino il Moleskine, e la tavolozza più piccola, e ho cercato un prato… un luogo che mi desse quiete.
Una volta l’Eremo di Ronzano era un luogo “segreto”, e poco conosciuto, tanto che ben 15 anni fa, quando vi facevo una settimana estiva di silenzioso ritiro di yoga e meditazione, anche in agosto non si vedeva quasi mai nessuno a parte noi “praticanti”. Sotto quei pini stendevo il tappetino da yoga, nel fresco delle sere d’estate, lottando tra moschine e zanzare, e sdraiandomi in ascolto del respiro, guardavo il cielo azzurro immaginandomi lontanissima, mentre ero a due passi da Bologna.
Ora, le poche volte che torno, magari a piedi da Villa Ghigi, lo trovo sempre affollato… troppo, forse, per i miei gusti ancora eremitici, e per i miei ricordi di ritiri silenziosi.
Auguro a quel viale di cipressi antichi che siano sempre più persone rispettose e sensibili della sua storia ( i frati Gaudenti…) e del suo silenzio, quelle che ora li vanno a trovare-
Ho già dipinto altre volte i 2 pini in fondo al pratone, davanti alla vigna, ma come ho già raccontato in altri articoli, mi piace rifare lo stesso soggetto a distanza di anni per osservare me, e come è cambiato il mio modo di dipingere e “vedere”, oltre che ritrarre il soggetto…
Quando insegnavo acquerello (credo che a breve riprenderò :-) ) mi affascinava sempre osservare cosa e come gli allievi avevano scelto di rappresentare o raccontare ciò che avevano di fronte… mi arrivava molto di loro.
E vale lo stesso anche per me.
Ho fatto la matita piuttosto velocemente, e ho cercato di fermare le ombre: il sole alle mie spalle stava calando in fretta, e stavano per sparire i giochi di luce, sotto la chioma e sul tronco, che mi avevano colpita.
All’inizio c’erano due persone ai suoi piedi… alla fine se ne erano andate, ma io le avevo scarabocchiate, e mi piacevano…
Ci sono acquarellisti che hanno un sacco di pennelli: piatti, tagliati, a spatola, tondi… che fanno effetti che amo tantissimo. Li ho tutti! e mi riprometto sempre di inserirli nel miei “tools”… poi alla fine uso un solo pennello per tutto l’acquerello, e ogni volta mi rammarico che… “con l’altro pennello sarebbe sicuro venuto meglio…”.
(Lo metto nei prossimi obiettivi: usa tutti i miliardi di pennelli da cleptomane che possiedi :oops: )
Stavolta allego un piccolo filmato, (si ringrazia la regia :-) ).
E niente… ogni volta mi ripropongo di tornare a dipingere dal vivo, più spesso che posso.
Dipingere la realtà è completamente diverso che disegnare di fantasia… ma fare proprie le forme della natura, i gesti di un pino in questo caso, ci permette di arricchire sempre di più il mondo immaginifico a cui attingiamo quando inventiamo, e siamo ad occhi chiusi…
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!