Il Faggio, per me (di Alessandro Riccioni, di Rrose Sélavy editore)
Il 19 ottobre è uscito per Rrose Sléavy editore “Il faggio, per me. Di ombre, di vento, di occhi. E di parole”. Di Alessandro Riccioni, con la prefazione di Roberto Piumini. Tutti e tre, autori amanti del nostro caro Appennino.
E’ un libro a cui tengo tantissimo, e che ha avuto un lungo lungo parto… ma ormai ho imparato che non c’è mai un tempo standard per fare le cose, ma c’è il tempo giusto per quella determinata cosa, e in questo caso ha richiesto anni.
Racconto questo piccolo preambolo per fare sapere che i libri spesso hanno delle storie. Non solo le contengono.
Quando li prendiamo in mano, in libreria, già belli e pronti, non abbiamo idea di quanto lavoro, persone, collaborazioni, ore, fatti, ci sono dietro a quella copertina.
Ricordo che Massimo De Nardo, sensibile editore, che si è fatto luce prima di vedere l’uscita di questo libro, mi contattò a fine 2019 , inizio 2020, per propormi di illustrare questo testo per la collana dei Quaderni quadroni.
Ero molto contenta ed emozionata, e insicura come sempre, dato che per quella collana hanno lavorato colleghi bravissimi…ma dato che il tema del racconto era il faggio, un albero a me caro, e si svolgeva in Appennino (chi mi segue sa che è la mia vera Casa anche se abito in città), mi sentii rassicurata, mi feci coraggio, accettai con gioia, e iniziai a lavorarci.
Non era un testo facile, perché Alessandro, con la sua sensibilità, lo ha intriso di poesia, e di tante sensazioni che emergono grazie alle parole scritte, ma anche grazie a quelle che non ci sono…e renderle in immagini era una vera sfida, per me.
In più dovevo dare un volto al personaggio, che è poi Alessandro da piccolo... e mi sentivo una gran responsabilità!
Feci in tempo a inviare via mail le prima matite a Massimo, che mi incoraggiò dicendomi che era la strada giusta, che scoppiò la pandemia. Erano i primi mesi del 2020.
Così tutto rallentò, ben consapevoli che anche l’uscita del libro sarebbe slittata…
Poco dopo, ad aprile, uscì a ciel sereno la notizia della sua dipartita improvvisa.
Tutto il progetto rimase fermo, forse come coma una faggiola, sotto le foglie cadute, nel terreno umido del bosco…
Ci è voluto tempo affinché Paolo Rinaldi e Chiara Gabrielli prendessero a mano il loro dolore, e i sospesi della casa editrice, tra cui Il faggio, per terminarli. Per Massimo, e per Rrose Sélavy.
Nel frattempo io stavo cambiando, come tutti del resto, dopo i tanti fatti e momenti difficili di quel periodo. E come per tutti gli artisti, quando cambi tu, cambia il tuo gesto, la tua percezione del colere, la tua capacità comunicativa.
E quando sei “barzotto”, non sei né la tua vecchia versione, né la tua nuova versione… quando sei lì a metà… creare è durissima!
L’estate del 2021, iniziai di nuovo a lavorarci. Avevo preso in affitto una casa in Appennino, vicino casa dei miei, per 3 mesi, ed è proprio lì che ho iniziato a rinfrescare le bozze ormai “stagionate”, e a cercare di dargli un volto definitivo. Che ovviamente doveva rispecchiare il mio cambiamento… in atto.
Ho rifatto certe tavole tante volte prima di trovare il modo che sentivo “giusto”. (Tenendo conto del fatto che non sono mai soddisfatta di ciò che faccio…)
E’ stato un viaggio dentro me stessa, nella calda estate nella casetta sotto il Monte Vigese, oltre che nelle faggete, e nella mia adolescenza, grazie alle parole così evocative di Alessandro.
Il libro è uscito dopo più di un anno, a ottobre 2022. Bello, armonioso, maturo.
E‘ una collaborazione di cui sono davvero contenta, e per la quale ringrazio tutti (Massimo, Chiara, Paolo, Alessandro).
E sono felicissima che vada in giro a sparpagliare poesia…
Sono certa che chiunque troverà un po’ di sé nelle parole di Alessandro.
Buon viaggio, tra le ombre, il vento, i mille occhi dei faggi, e soprattutto le parole.
Marina
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!